Tab Article
L'apporto scientifico offerto dall'avvocatura al progredire dei sistemi giudiziari dell'Europa continentale si è sostanziato, dal XIII secolo, in un genere letterario autonomo, di profilo manualistico, vocato alla formazione dei patroni causarum e dei procuratori. II "Liber cautele et doctrine" di Uberto da Bobbio (ca. 1190-1245) costituisce la prima testimonianza di questa scienza giuridica per gli avvocati, nella quale le cautelae - scaltrezze e tatticismi del professionista abile e smaliziato - si coniugano con la doctrina, dotta formazione tecnica di modello bolognese, calata nelle complesse dinamiche del sistema di diritto comune. L'ambiente in cui Uberto opera, perfezionando la sua carriera di 'legum doctor' e di uomo delle istituzioni in un clima di fervida adesione alle politiche ghibelline di Federico II, è quello comunale medio-padano di Reggio Emilia, Parma, Modena, Vercelli; sedi di studio cosiddette "minori" (ma al solo fine di distinguerle dalle inarrivabili dimensioni e capacità di attrazione dello Studium bolognese), dalle quali la scienza giuridica di Uberto sa comunque brillare sino al di là dei confini dell'Italia. Della scienza di questo antico maestro il volume dà testimonianza, offrendo al lettore odierno la possibilità di conoscere direttamente il "Liber" nell'attenta edizione critica curata da Nicoletta Sarti sul manoscritto conservato fra i piccoli e grandi gioielli dell'Archiginnasio bolognese.